Il recupero crediti in Inghilterra consta di procedure snelle ed efficaci ma talvolta, anche a causa della diversità del sistema giuridico e degli strumenti messi a disposizione da quest’ultimo, il cliente italiano che vanta un credito nei confronti di una società o di un privato inglese, si trova di fronte a difficoltà difficilmente sormontabili senza l’aiuto di un avvocato iscritto e praticante in Inghilterra che possa, da un lato spiegare le opzioni disponibili e, dall’altro, consigliare e guidare il cliente durante le varie fasi del procedimento.
La primissima cosa che generalmente consigliamo ai nostri clienti è quella di cercare di prendere contatti informali con il debitore per recuperare quante più informazioni sulla volontà e/o possibilità dello stesso di soddisfare il debito.
Purtroppo, non sempre tale attività preliminare porta a risultati concreti e, in tali circostanze, si rende obbligatorio l’invio di una lettera formale di messa in mora (letter before action) da pare di uno studio legale, in modo da poter ufficializzare la rivendicazione creditoria ed assicurare al cliente di poter agire nelle le fasi successive della procedura di recupero del credito.
Inoltre, un'ulteriore attività preliminare consigliabile è quella di effettuare una ricerca sullo stato patrimoniale sulla debitrice in modo da poter monitorare lo stato d’insolvenza della stessa e le reali possibilità di recupero alla luce delle informazioni patrimoniali recuperabili nei pubblici registri.
Una volta effettuate tutte le analisi preliminari ed inviata la sopracitata lettera d'intervento, nella malaugurata ipotesi in cui la controparte non dovesse rispondere neppure a tale sollecito formale, le opzioni percorribili sono solitamente due e cioè l'inizio di un contenzioso o la notifica di una Statutory Demand.
Per quanto riguarda il contenzioso, una volta depositata in Corte e notificata al convenuto la c.d. Claim Form (atto di citazione), viene concesso a quest’ultimo un termine di quattordici giorni per costituirsi in giudizio ed eventualmente ammettere o contestare il debito rivendicato. Nel caso di contestazione, viene concesso un ulteriore termine di quattordici giorni per la presentazione di una comparsa di risposta (Defence). Tale comparsa deve però essere fondata su prove concrete e, in mancanza di ciò, l’attore (chiamato Claimant) ha la possibilità di presentare un’istanza per l’emissione di una sentenza direttamente esecutiva (Judgment in Default) per l'importo rivendicato più interessi e spese legali. Con l'ottenimento di detta sentenza si può quindi iniziare l'esecuzione forzata e/o chiedere il fallimento della parte convenuta (Defendant).
Con riferimento invece alla pretesa statutaria (c.d. Statutory Demand), questa ha il vantaggio di poter portare alla presentazione dell’istanza di fallimento senza dover attendere l'esito del contenzioso. Infatti, se il debitore non si oppone entro il termine di ventuno giorni dalla notifica di detta pretesa, questa dà automaticamente diritto a poter presentare l’istanza di fallimento della debitrice (Winding Up Petition, nel caso di società e Bankrupcy Petition, nel caso di privati). D'altro lato, se il debitore si oppone entro il sopracitato termine di ventuno giorni, viene fissata un’udienza in Corte il cui esito può essere incerto e può avere conseguenze avverse dal punto di vista dei costi legali che potrebbero essere addebitati alla parte soccombente.
In generale, quindi, il contenzioso è consigliabile se c'è una speranza di recupero del credito. In questi casi, infatti, l’azione legale viene usata come strumento per mettere pressione alla controparte la quale, pur di non vedersi iscritta presso il registro tenuto dalle cancellerie delle corti inglesi una sentenza di condanna contro di lei, potrebbe essere spinta a pagare o, quantomeno, a cercare di negoziare una soluzione transattiva della vertenza. Tanto è vero che l’iscrizione di detta sentenza nel sopracitato registro, se non viene cancellata entro un mese dal giorno d’iscrizione tramite soddisfacimento di quanto riconosciuto in sentenza, rimane iscritta per cinque anni (anche se eventualmente pagata in data successiva). Si tratta, infatti, di uno dei controlli principali che qualsiasi istituto di credito o agenzia per il recupero d’informazioni commerciali svolge prima di prendere decisioni sull’erogazione di eventuali mutui e linee di credito tanto alle imprese quanto ai privati.
D'altro lato, la richiesta di fallimento tramite notifica della Statutory Demand, pur essendo uno strumento certamente più snello, potrebbe comportare maggiori rischi nel caso in cui tale richiesta dovesse trovare l’opposizione della controparte. In questo caso, infatti, come accennato poc’anzi, se la controparte dovesse dimostrare di essere in grado di soddisfare le pretese del creditore, potrebbe richiedere che le spese legali da lei sostenute nell’opporsi a dette pretese fossero a lei rimborsate dal creditore.
In definitiva, se vi doveste trovate ad affrontare una questione di recupero crediti in Inghilterra, è sempre consigliabile che vi mettiate in contatto con un avvocato iscritto e praticante in Inghilterra e, preferibilmente, che abbia conoscenza di entrambi i sistemi giuridici. Ciò al fine di poter compiere un’analisi attenta del caso concreto, essere correttamente consigliati ed informati sulle strade percorribili e sullo svolgimento della vertenza in modo da poter raggiungere il miglior risultato al costo più contenuto.
A tal proposito siamo a completa disposizione per discutere con voi delle vostre esigenze di recupero crediti in Inghilterra avendo maturato una pluriennale esperienza nel settore ed avendo già lavorato con successo con moltissime società italiane.
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